Rodolfo Siviero, 007 dell’arte nostrana

Rodolfo Siviero è famoso a Firenze soprattutto per aver lasciato in eredità alla collettività l’omonima Casa-Museo in riva all’Arno, stipata all’inverosimile di capolavori dell’arte italiana.

Oggi non parliamo però del Museo, ma dello straordinario personaggio, che fu in vita una sorta di James Bond, dedito alla ricerca e al recupero di opere d’arte italiane trafugate (soprattutto ma non solo) dai nazisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Viene infatti ricordato principalmente per il suo fondamentale ruolo nella salvaguardia del patrimonio culturale italiano. I suoi metodi sagaci, le sue gesta rocambolesche e le sua abitudini inclini al lusso e alla raffinatezza ne hanno fatto un vero e proprio 007 dell’Arte.

Fiorentino d’adozione (e per vocazione artistica: è a Firenze dai 13 anni perchè desidera divenire critico d’arte), prima aderente al Fascio, quindi partigiano dopo l’8 settembre 1943, si dedica anima e corpo al recupero di quelle opere d’arte che tanto amava. Il suo guerreggiare contro l’occupante tedesco non è fatto di imboscate  e attentati dinamitardi, ma di tesori recuperati o sottratti con l’astuzia alla cupidigia nazista.

La sua attività partigiana consiste infatti nel monitoraggio del famigerato reparto Kunstschutz (“Reparto dell’Arte”), la divisione nazista che si occupa appunto di trafugare verso la Germani le opere d’arte dei territori occupati. Firenze rappresenta naturalmente il luogo ideale in cui fare preda di capolavori artistici, pescati soprattutto da Uffizi e Accademia ma anche da chiese e monasteri.

Covo del gruppo di intelligence di Siviero è la casa di un mercante d’arte ebreo (l’attuale Casa Siviero), la cui attività funge da copertura. I risultati più eclatanti dell’attività di recupero e protezione del patrimonio artistico contro i nazisti sono:

  • l’occultamento in un deposito della Sovrintendenza di tutti i dipinti di De Chirico che il pittore, in fuga con la moglie dai rastrellamenti nazisti, è stato costretto ad abbandonare nella propria villa di San Domenico a Fiesole;
  • il salvataggio dell’Annunciazione di Beato Angelico, richiesto da Hermann Goring in persona, grazie all’ausilio di due frati del convento francescano di Piazza Savonarola;
  • il tracciamento delle operazioni che portano i tedeschi a trafugare da Firenze al castello di campo Tures 200 dipinti degli Uffizi, oltre che le sculture del medesimo museo, dell’Opera del Duomo e di altri musei fiorentini. Grazie a questa attività, gli Alleati ritrovano il bottino e lo restituiscono alla città di Firenze.

La meritoria attività di Siviero non termina nemmeno con l’occupazione nazista: grazie ai meriti acquisiti durante la guerra, Rodolfo ricopre gli incarichi più prestigiosi sempre ligio al suo obiettivo principale, il recupero del patrimonio artistico italiano. Così, nel 1946 è nominato Ministro plenipotenziario da De Gasperi per la missione che lo condurrà in Germania per contrattare con il governo alleato il principio di restituzione dei bottini di guerra; negli Settanta è gratificato della direzione dell’Accademia.

Ma il nocciolo duro della sua missione da 007 dell’Arte avviene nel corso di decenni: dagli anni Cinquanta fino alla sua morte del 1983, infatti, Siviero si occupa sistematicamente per conto del Governo di ricercare e riportare in Italia opere d’arte rubate e/o esportate illegalmente. Nel dopoguerra, Siviero compie una serie di eclatanti recuperi, non meno impressionanti di quelli avvenuti durante la guerra:

  • la Madonna con Bambino di Masaccio viene recuperata ben due volte dall’agente segreto dell’Arte italiana, una prima nel 1947, e una seconda nel 1973;
  • la famosa copia del Discobolo di Mirone e altre 38 preziose opere vengono riportate in patria nel 1948;
  • due tavolette con le Fatiche di Ercole del Pollaiolo vengono rinvenute a Los Angeles nel 1963;
  • nel 1946 ottiene la restituzione di tutte le opere d’arte trafugate dai Musei Napoletani durante la guerra, fra cui la Danae di Tiziano e l’Hermes di Lisippo.

La lista potrebbe allungarsi a dismisura, vista l’attività durata oltre quarant’anni. Chi volesse saperne di più, può leggere il libro edito per Castelvecchi da Francesca Bottari. L’autrice presenta la figura di Rodolfo Siviero in questo video girato dalla Rai.